DIRimè dalla parte della dignità e dei diritti, per resistere ai salti indietro di decenni
Il governo argentino di Milei classificherà le persone disabili in tre categorie: “idioti”, “imbecilli” e “deboli di mente”. DIRimè opporrà sempre la propria visione di rispetto, convivenza e accoglienza delle nostre reciproche diversità.
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Marzo 2025
Dott.ssa Giulia Campatelli, Psicologa Psicoterapeuta, ICDL DIR204 DIR Expert Provider & Training Leader
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Cosa succede
Già alla fine del 2024, l’Agenzia nazionale della disabilità in Argentina (Andis) aveva iniziato a rivedere le norme legate alla pensione di invalidità e i criteri in vigore fino a quel momento che facevano riferimento alla Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili. Nell’ambito della revisione, il governo di Javier Milei, esponente del partito di estrema destra, ha pubblicato una risoluzione per rivedere questi criteri, giudicati “troppo ampi e inclusivi” e fonte di rischio truffe. E così, per proteggere apparentemente le casse dello Stato, il governo argentino pensa possa essere di aiuto recuperare un sistema di classificazione della disabilità che l’Argentina aveva abbandonato ormai da anni e, in particolare, una proposta che aleggiava già nel 1998 e bocciata subito già allora. Le persone disabili saranno quindi descritte ufficialmente come “idioti”, “imbecilli” o “deboli di mente”.
La follia descrittiva della disabilità intellettiva
La disabilità intellettiva verrà rinominata “ritardo mentale” e comprenderà una classificazione a tre dimensioni. “Idiota” farà riferimento a persone che “non sanno leggere né scrivere”, “non sanno cosa sia il denaro, non controllano i propri sfinteri, non soddisfano i propri bisogni primari”, e non sono autosufficienti. “Imbecille”, farà riferimento a chi “non sa scrivere né leggere, ma soddisfa i propri bisogni primari ed è in grado di svolgere compiti rudimentali”. E infine “debole di mente” che riporterà al suo interno gli intramontabili livelli di gravità “lieve”, “moderata” e “profonda”. La prospettiva è chiara: si valuta il valore delle persone disabili, pena la loro pubblica umiliazione e discriminazione, in base alla produttiva lavorativa, nel classico sistema politico capitalista in cui si riconoscono dignità e diritti soltanto a coloro che sono giudicati abili a produrre e inquadrabili in standard normativi che penalizzano qualsiasi difformità. La visione è chiaramente dispregiativa e incredibilmente superata anche nella maggioranza dell’opinione pubblica internazionale meno familiare con la questione del diritto alla partecipazione sociale di tutte le persone.
Una crudeltà che devi accettare per ottenere il certificato di invalidità
Molte organizzazioni della società civile argentina hanno chiesto l’abrogazione immediata del decreto. Dal dipartimento di Salute Mentale della Facoltà di Medicina dell’Università di Buenos Aires, la psichiatra dott.ssa Di Segni definisce la risoluzione “un’aberrante modifica della terminologia scientifica legata ai problemi dello sviluppo neurologico […] in totale disaccordo con la comunità scientifica che da decenni adotta la terminologia indicata nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), pubblicato dall’American Psychiatric Association e utilizzato in gran parte del mondo occidentale”. Aggiunge inoltre che la normativa dimostra una profonda crudeltà e mancanza di empatia e che “le famiglie vengono obbligate ad accettare questa terminologia per ottenere certificati di invalidità per i propri figli“.
In Italia
Nel nostro Paese, già a dicembre il presidente Milei ha ricevuto la cittadinanza italiana onoraria con procedura accelerata e la premier Giorgia Meloni ha espresso allora il suo apprezzamento per il lavoro di Javier Milei che «sta portando una vera e propria rivoluzione culturale in una nazione che è sorella dell’Italia e che come noi condivide l’idea che la politica fatta solo di sussidi porta i Paesi verso il baratro».
L’Associazione Italiana Persone Down lancia un appello al governo italiano: “Chiediamo al nostro governo di aprire un confronto con il presidente argentino perché possa invertire la rotta e incamminarsi con decisione verso il traguardo della piena inclusione e partecipazione delle persone con disabilità, a partire dal riconoscimento delle loro capacità e potenziali. Il presidente Milei ha recentemente ricevuto la cittadinanza italiana onoraria: quello che decide ci riguarda, soprattutto se ha a che fare con i diritti, sui quali non si può tornare indietro”.
Il nostro impegno come DIRimè Italia
Insieme a molte altre realtà civili italiane a difesa della dignità, della convivenza e del rispetto reciproco tra tutti i profili neurologici, DIRimè Italia si impegna dalla sua nascita affianco delle persone disabili e delle famiglie. Non accetteremo nessun passo indietro nel faticoso e lentissimo processo di civilizzazione delle potiche sociali e opporremo sempre la nostra prospettiva di accoglienza e rispetto delle nostre diversità in tutte le nostre attività associative.